Un recap conciso per tirare le somme dell’anno che sta per giungere al termine, puntando lo sguardo verso il futuro della filiera delle costruzioni: quali novità aspettarci, quali prospettive a breve e lungo termine?
Com'è andato il 2022?
Il 2022 si è dimostrato un anno da record, con importanti picchi di crescita raggiunti in poco tempo. Questo ha fatto riassaporare i periodi antecedenti il 2006/07, quando il mondo dell’edilizia era molto attivo e florido.
Dalle stime pubblicate da ANCE, durante il 2022, il settore delle costruzioni è cresciuto del 12% e gli investimenti hanno raggiunto i valori del 2015, con una crescita occupazionale considerevole di 293.000 persone.
Con questi risultati, il settore delle costruzioni rappresenta per il 2022 un terzo del prodotto interno lordo, trainando un valore di crescita del PIL nazionale del 3,9%.
Ovviamente non è sufficiente valutare gli investimenti nelle costruzioni, ma è necessario considerare anche il valore delle manutenzioni ordinarie (grazie agli investimenti tramite il contributo delle agevolazioni fiscali), che attestano la crescita del valore delle costruzioni al 23,6% rispetto al 2021.
Lo scenario previsionale
Il quadro generale sia internazionale che nazionale è caratterizzato dall’incertezza e malgrado gli osservatori del settore prevedano più scenari futuri la prospettiva 2023 disegna una stabilizzazione degli investimenti.
Sappiamo che gli interventi iniziati termineranno nel 2023, pertanto ci saranno meno nuovi interventi di riqualificazione (si ridurranno del 9%) mentre aumenteranno gli investimenti pubblici per recuperare il tempo perduto nel 2022.
Le opere pubbliche faranno da traino al settore, in quanto comprese nella fase di realizzazione del PNRR, diventando il motore del mercato almeno fino al 2027.
I prossimi due anni saranno importanti per capire se l’economia italiana (ed in particolare il settore delle costruzioni) prenderanno la strada della crescita o della contrazione.
Il CRESME, che presenta ogni anno il rapporto congiunturale dell’edilizia, dichiara che:
“Nei prossimi anni il settore delle costruzioni giocherà la sua partita più importante: i driver sono chiari, sostenibilità e digitalizzazione. Il settore dovrà avviare un processo di modernizzazione con due obiettivi: l’aumento della produttività e la riduzione del costo dell’errore, da un lato, e la riqualificazione della reputazione del settore puntando alla sostenibilità ambientale …”.
Questa considerazione ci fa capire che il processo del cambiamento è in atto e non si può tornare indietro.
Ultimo treno
La digitalizzazione negli ultimi anni ha segnato un’accelerazione e le persone sono sempre più connesse ed integrate, sia nel privato che nella professione.
Per questo bisogna dotarsi di strumenti digitali che aiutino l’operatività di tutti i giorni, come Ergo di Infominds. Migliorare l’attività professionale con un maggiore scambio di dati in forma certa e corretta diventa fondamentale.
Tutto questo aiuta a definire un metodo di lavoro che fino a pochi anni fa era impensabile e non seguiva i binari di un sistema chiaro e condiviso: un qualcosa di indefinito e lasciato all’iniziativa personale.
Porre attenzione alla sostenibilità e alla digitalizzazione è un passaggio obbligato del settore edile per aumentare la propria competitività e facilitare la collaborazione della gestione con i collaboratori, ma serve anche per rimanere competitivi e pronti ad accogliere le nuove tecnologie per essere innovativi e ottimizzare i processi produttivi.
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