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Cambio ERP: paure e ostacoli da superare 

“Non c’è nulla di immutabile tranne l’esigenza di cambiare”

Eraclito

Questa frase, così lontana nel tempo dal nostro mondo attuale, non potrebbe essere più illuminante: negli ultimi anni abbiamo vissuto cambiamenti importanti che spesso ci hanno posto sfide inaspettate, letteralmente un guardare il mondo con occhi nuovi. Ma, nonostante questo, alcuni cambiamenti pratici che minano la quotidianità spaventano ancora...



Perché cambiare gestionale terrorizza?

Ebbene sì, le aziende sono letteralmente terrorizzate dal cambio gestionale. Le paure più comuni sono tante e si esprimono in molte frasi che sentiamo ripetere dalle varie aziende che incontriamo, come ad esempio: 

  • “Non posso perdere tempo, abbiamo tanto lavoro”

  • “Mi costa troppo, siamo un’azienda piccola

  • “I miei dipendenti non hanno tempo da dedicare alla formazione

  • “Non voglio perdere i dati e le informazioni raccolte negli anni” 

  • “Ho sempre fatto così, perché dovrei cambiare?” 

Nel nostro blog abbiamo affrontato già molte tra queste tematiche in maniera approfondita dando le nostre risposte ma la sensazione è che ci sia un vero e proprio blocco verso il cambiamento, inteso come concetto più ampio. 

In questi ultimissimi anni il COVID ci ha posto davanti ad un cambio di rotta improvviso, rapido e travolgente quindi sembra quasi che ci sia una vera e propria paura nell’affrontare ancora novità e cambiamenti.  

Non è dunque lo strumento, il software gestionale, a spaventare o perlomeno non solo quello: è più un’avversione generale verso l’ignoto. 


La resistenza al cambiamento

Possiamo dunque definire tutti questi atteggiamenti una vera e propria resistenza al cambiamento.  Secondo l’approccio del Change Management, la resistenza al cambiamento è il più grosso ostacolo che blocca le trasformazioni non solo aziendali ma anche a livello di singoli individui e di gruppi.   Ma quali elementi identificano nello specifico la resistenza al cambiamento? 

  1. L’apertura all’esperienza: più siamo aperti a nuove esperienze meno abbiamo paura di affrontare cambiamenti. Questo è un tratto di personalità che ognuno di noi possiede: più è ampia l’apertura all’esperienza più accogliamo con entusiasmo le novità.

  2. Il pessimismo: avere un atteggiamento cinico e pessimista all’inizio di una nuova sfida determina già una più alta probabilità di insuccesso. Il pessimismo è una vera e propria barriera, un atteggiamento di chiusura nei confronti del nuovo. 

  3. Precedenti esperienze negative: accumulando anni di lavoro ed esperienza è facile avere a che fare con episodi non sempre positivi che ci hanno segnati profondamente. Le nostre precedenti vicissitudini sono molto importanti per prevedere anche come ci comporteremo in futuro con colleghi, responsabili e fornitori.  

  4. L’ansia: provare ansia durante un cambiamento importante, personale o lavorativo, è del tutto normale. Diventa invalidante quando la condizione ansiosa non ci permette di uscire dalla nostra comfort zone, per paura di fallire. Rifugiarsi in ciò che già si conosce, in una routine, non è salutare a livello individuale, di gruppo e anche per aziende e istituzioni. 

Come andare oltre e accogliere il cambiamento?

In un mondo estremamente veloce e competitivo è necessario sconfiggere le paure e volgere lo sguardo verso il cambiamento. 

Il Change Management propone proprio questo, focalizzando l’attenzione verso: 

  • People (persone): cambiare il modo di pensare delle persone, dei dipendenti, dirigenti, collaboratori e fornitori. Uscire dalla modalità “si è sempre fatto così” e dare il benvenuto alle novità e ad una nuova visione più flessibile e meno legata alle abitudini. 

  • Process (processi): scegliere di migliorare i processi in un’ottica di digitalizzazione e semplificazione delle operazioni. Molte azioni svolte ogni giorno possono essere riviste ed inserite in un flusso di lavoro più snello, facile e veloce.  

  • Platform (piattaforme): scegliere gli strumenti giusti per accompagnare le persone e i processi in una nuova dimensione. Un nuovo gestionale, ad esempio, va scelto con cura guardando non solo alle esigenze di oggi ma puntando sempre agli obiettivi e alla vision futura. 

  • Place (luoghi): un’attenzione va anche verso i luoghi di lavoro, sia intesi come spazi fisici sia legati alla dimensione della condivisione di una stessa esperienza comune tra persone che perseguono uno stesso scopo. 

Ricordiamo che il Change Management è un vero e proprio approccio che vede la collaborazione di tutti gli attori coinvolti nel lavoro quotidiano. Il vero cambiamento avviene quando nessuno è escluso dal processo e dalle fasi intermedie. Ancora una volta possiamo dire che il successo e il raggiungimento di nuovi obiettivi si raggiungono con più facilità scegliendo l’empatia e la trasparenza nel gruppo.  



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