I bonus edilizia: l’opportunità per valorizzare il patrimonio edilizio esistente
Questo è il periodo più favorevole per ristrutturare le abitazioni? Penso proprio di si, la presenza di bonus per favorire gli interventi di recupero del patrimonio edilizio prevedono agevolazioni fiscali importanti.
Il governo decide di puntare sul comparto edile per la ripresa del Paese e per rilanciarlo, ha rafforzato i bonus per l’edilizia già attivi nel decreto Rilancio e Superbonus del 2020.
Dall’anno scorso i bonus edilizia inficiavano sia su interventi strutturali che su interventi più incisivi sotto il punto di vista dell’efficientamento energetico. Non erano però esclusi
quelli minori se realizzati contestualmente ad interventi trainanti. Ad esempio, lavori incentivati dal bonus facciate, l'installazione del fotovoltaico e la sostituzione di finestre.
L’obiettivo dichiarato che questi bonus edilizia dovevano (e devono) raggiungere è di incrementare fortemente nuove opportunità di lavoro nel settore. Si vuole iniziare a riqualificare l’immenso patrimonio edilizio esistente del Paese, migliorandone considerevolmente i rendimenti energetici ed intervenendo in modo complessivo sui fabbricati per un restauro completo. I nuovi decreti prevedono un credito d’ imposta per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, con possibilità di proroga se almeno il 60% degli interventi sono già stati realizzati alla data di scadenza del 30 giugno 2022.
In questo contesto, il controllo, la gestione e il saper determinare con precisione sia gli interventi che il monitoraggio dei costi, oltre ad una ordinata documentazione dei lavori, diventa determinante per poter accedere ai bonus edilizi e produrre la documentazione necessaria per richiedere i finanziamenti. Per non parlare del riparo assicurato contro eventuali sanzioni.
Le imprese dovranno essere preparate ed in grado di saper abbattere i tempi di gestione delle pratiche per potersi aggiudicare più commesse, garantendo al committente non solo la qualità dei lavori, ma anche dimostrando capacità organizzative con tempi di realizzazione certi.
Il bonus edilizia incentivato dal Governo, ha quindi come scopo quello di agevolare “interventi complessi”. Ovvero interventi composti da diversi lavori da realizzare contestualmente sullo stesso edificio. L’impresa edile, per sfruttare appieno il bonus edilizio, deve essere agilmente in grado di pianificare, programmare, controllare le attività e la gestione economica ed i tempi reali di esecuzione, rispettando la previsione di realizzazione del progetto.
Quali sono i bonus per l’edilizia
I bonus dell’edilizia sono molteplici e possono in taluni casi essere cumulabili tra loro, in ogni caso hanno dei limiti che vanno valutati caso per caso. I bonus edilizia previsti dai decreti, si possono racchiudere in 5 macro-aree distinte:
Bonus ristrutturazioni:
Il decreto rilancio ha previsto una nuova maxi-agevolazione fiscale al 110%, per determinati interventi che aumentano significativamente il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti o che ne riducono il rischio sismico.
Bonus facciate:
L’agevolazione riguarda gli interventi, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti.
Bonus verde:
Un altro bonus riguarda gli interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione.
Ecobonus:
Relativamente all’ecobonus, questo prevede la detrazione al 50/65% per lavori di efficientamento energetico che possono prevedere il miglioramento termico dell’edificio, l’installazione di pannelli fotovoltaici o la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale;
Sismabonus:
Specificamente dedicato alla messa in sicurezza degli immobili che a seconda della tipologia di lavori e della zona di residenza, beneficiano della detrazione fino all’85% del valore complessivo.
Le detrazioni fiscali: chi può ottenerle?
Accedere ai bonus edilizia non è facilissimo, ma se si hanno le carte in regola tutto è possibile. Di base, possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato. L’agevolazione spetta non soltanto ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese:
proprietari o nudi proprietari
titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
locatari o comodatari
soci di cooperative divise e indivise
imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce
soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata (società̀ semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.
Entrando più nello specifico, i decreti identificano precisamente chi ha diritto di accedere ai bonus edilizia. Ovvero:
il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado)
il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge
il componente dell’unione civile (la legge n. 76/2016, per garantire la tutela dei diritti derivanti dalle unioni civili tra persone dello stesso sesso, equipara al vincolo giuridico derivante dal matrimonio quello prodotto dalle unioni civili)
il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.
In questi casi, ferme restando le altre condizioni, la detrazione spetta anche se le abilitazioni comunali sono intestate al proprietario dell’immobile.
Trasformazione in credito o sconto in fattura
I bonus edilizia sono stati creati per cercare di dare un’effettiva scossa positiva al settore edile in questo periodo di pandemia e restrizioni. Come recita il titolo di questo intervento “la ripresa parte da qui”. Non era quindi sufficiente definire (o aumentare) forti incentivi sui lavori attraverso detrazioni fiscali ottenibili in 10 o più anni. Le persone ora non hanno (in tanti casi) la capacità liquida di permettersi onerosi interventi di restauro delle loro proprietà. Per questo, i bonus edilizia sono stati creati introducendo un’ulteriore particolarità. Intraprendendo oggi dei lavori di restauro, assoggettati ai limiti e ai vincoli dei bonus edilizia, il committente avrà la possibilità di trasformare le proprie spese in credito d’imposta con la facoltà di cederlo ad altri soggetti (comprese banche) oppure in sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore, il quale a sua volta recupererà l’importo sotto forma di credito d’imposta. In altre parole hanno la possibilità di scegliere se incassare il credito d’imposta dilazionato negli anni come “sconto” sulle tasse o cederlo immediatamente a banche, impresa edile che esegue i lavori o general contractor, pagando evidentemente di meno.
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