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Settore delle costruzioni 2025: sfide e proposte per evitare la crisi

Immagine del redattore: Arch. Mauro PastoreArch. Mauro Pastore

Il settore delle costruzioni in Italia si appresta ad affrontare un 2025 caratterizzato da profondi cambiamenti.

Indice dei contenuti:


Dopo un 2024 segnato da contrazione del 5.3%, le previsioni indicano un ulteriore rallentamento, dovuto principalmente alla rimodulazione dei bonus fiscali e alla riduzione degli investimenti nella nuova edilizia residenziale.


contrazione del settore delle costruzioni

Tuttavia, il comparto delle opere pubbliche potrebbe compensare parte di questo calo, sostenuto dagli investimenti legati al PNRR.

Secondo l’indagine Anaepa di Confartigianato:

Nel 2024 si è registrato ritorno alla crescita dell’occupazione, mentre persiste una elevata difficoltà di reperimento personale, amplificata dalla crisi demografica in corso. A fine 2024 le attese sulla produzione delle imprese delle costruzioni rimangono in positivo.

Un mercato in contrazione: le previsioni per il 2025

previsioni settore delle costruzioni nel 2025

Secondo l’Osservatorio Congiunturale Ance, il mercato delle costruzioni subirà un'ulteriore flessione nel 2025. Tra i principali fattori che influenzano questa tendenza, vi è la progressiva riduzione dei bonus edilizi, con il Superbonus ormai giunto al termine e le detrazioni per la prima e seconda casa ridotte rispettivamente al 50% e al 36%.


Il Superbonus 110%, con circa 500.000 interventi, ha avviato un importante processo di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare. Insieme al PNRR, ha contribuito significativamente alla crescita del PIL italiano nel 2023, con un forte rialzo nel settore delle costruzioni. Tuttavia, la graduale rimodulazione del Superbonus ha portato a un calo degli investimenti nella riqualificazione del patrimonio abitativo nel 2024.


Nel corso del 2024, la fine del Superbonus ha già determinato un calo del 22% negli investimenti per il recupero abitativo, con una riduzione complessiva del 10,8% nei primi dieci mesi dell'anno rispetto al 2023.

I permessi di costruire hanno registrato una flessione del 5,2%, mentre i minori finanziamenti bancari alle imprese hanno ulteriormente rallentato il mercato, con una contrazione prevista del 2,6% nel 2025.


L’impatto della riduzione degli incentivi si riflette anche sulla manutenzione straordinaria, che si stima subirà un calo del 30%, mettendo in difficoltà numerose imprese del settore.

Sempre secondo l’indagine Anaepa di Confartigianato

Le previsioni per il 2025 delineano una flessione degli investimenti totali in costruzioni. Gli interventi di riduzione delle detrazioni fiscali per edilizia rendono difficili da raggiungere gli ambiziosi target di crescita tasso di riqualificazione delle abitazioni, obiettivi ulteriormente rialzati dalla direttiva europea sugli edifici green.

Il ruolo delle opere pubbliche nella ripresa


il PNRR nel settore delle costruzioni sviluppa le opere pubbliche

Se da un lato il mercato residenziale appare in difficoltà, il settore delle opere pubbliche si conferma una delle poche aree in crescita. Grazie ai fondi del PNRR, gli investimenti in infrastrutture dovrebbero aumentare del 16% nel 2025, con una proiezione complessiva di 54 miliardi di euro tra il 2025 e il 2026.

Tuttavia, restano incertezze sulla capacità di spesa degli enti locali e sulla futura rimodulazione del Piano Nazionale, fattori che potrebbero incidere sulla continuità degli investimenti.


Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) svolge un ruolo cruciale in questa fase, con molti progetti infrastrutturali che sono entrati nella fase esecutiva nel corso del 2024. Al 31 ottobre 2024, la spesa per il settore delle costruzioni legata al PNRR ammontava a 18 miliardi di euro, escludendo circa 14 miliardi di investimenti nel comparto privato sostenuti dal Superbonus. Questa spesa è principalmente concentrata su infrastrutture ferroviarie e opere di competenza degli enti locali.


Lo stato di avanzamento del PNRR nel settore delle costruzioni 

Mentre il settore delle costruzioni affronta un rallentamento generale, le opere pubbliche, sostenute dal PNRR, rappresentano un elemento chiave per la tenuta del settore, sebbene la loro capacità di compensare completamente la riduzione del comparto abitativo lasci qualche perplessità.


Dei 194,4 miliardi di euro stanziati per il PNRR, 42,4 miliardi non sono stati ancora assegnati, e di quelli assegnati, 29,7 miliardi non presentano il Codice Identificativo di Gara (CIG).

La Lombardia, Veneto e Campania si distinguono per la maggiore quota di fondi PNRR destinati alle opere pubbliche.


contributo del settore delle costruzioni al PIL italiano

Tra il 2025 e il 2026 occorrerà realizzare investimenti per circa 54 miliardi di euro e dimostrare il raggiungimento di milestone e target sempre più sfidanti. La manovra di finanza pubblica 2025-2027 denota un approccio poco incisivo in materia di investimenti infrastrutturali, con tagli agli investimenti locali che mettono a rischio la tenuta degli investimenti a livello territoriale.


Tuttavia, è importante considerare che la Legge di bilancio 2025-2027 prevede tagli agli investimenti locali, il che potrebbe avere effetti negativi sui livelli produttivi. Questi tagli, pari a 10,4 miliardi di euro nel periodo 2025-2036, colpiscono programmi che rappresentano un canale consolidato di finanziamento delle opere pubbliche a livello territoriale.

 

Sebbene siano previsti finanziamenti per 30,3 miliardi di euro nello stesso periodo, questi sono diluiti nel tempo e privi di una strategia di utilizzo immediato per affrontare le emergenze del Paese.

 

Nonostante queste sfide, si prevede un ulteriore aumento del 16% nel comparto delle opere pubbliche nel 2025, trainato dalla concentrazione dei progetti PNRR negli ultimi anni del Piano.

 

Le principali sfide per il settore edile

Se da un lato il PNRR sostiene ancora il comparto delle opere pubbliche, dall’altro la fine del Superbonus e il taglio delle agevolazioni edilizie stanno penalizzando il settore privato. Per evitare un crollo strutturale, sarà fondamentale attuare misure di semplificazione normativa e fiscale, oltre a nuovi strumenti finanziari che favoriscano gli investimenti immobiliari.


Dopo un inizio 2024 con aspettative ancora ottimistiche, l'economia italiana ha mostrato segnali di rallentamento a causa della debolezza della domanda interna e della contrazione dell'attività industriale. 


Possiamo quindi riassumere così le diverse criticità emerse dal report di ANCE sul mercato delle costruzioni:

  • Calo degli investimenti nel settore residenziale

Si prevede una contrazione degli investimenti nel comparto abitativo, in particolare per la manutenzione straordinaria residenziale. Il venir meno del Superbonus e la ridotta possibilità di cessione del credito o sconto in fattura per i bonus ordinari pesano significativamente.

 

  • Rimodulazione delle detrazioni fiscali

A partire dal 1° gennaio 2025, si prevede una riduzione delle aliquote fiscali per gli interventi di riqualificazione abitativa, con un passaggio al 50% per l'abitazione principale e al 36% per le altre abitazioni. 

 

  • Diminuzione dei finanziamenti alle imprese

I finanziamenti destinati agli investimenti non residenziali sono diminuiti in diverse regioni italiane. Le banche hanno mostrato maggiore cautela nell'offerta di credito alle imprese, specialmente nel settore edile, richiedendo maggiori garanzie e aumentando il rating minimo per l'accesso al credito.

 

  • Tagli agli investimenti locali

La Legge di bilancio 2025-2027 prevede tagli agli investimenti locali che potrebbero pesare sull'attività di investimento degli enti territoriali. Si tratta di tagli per 10,4 miliardi di euro nel periodo 2025-2036 che colpiscono programmi consolidati di finanziamento delle opere pubbliche a livello territoriale. Questi tagli potrebbero non essere compensati dai finanziamenti previsti nello stesso periodo, poiché questi ultimi sono diluiti nel tempo e privi di una strategia di utilizzo immediato.

 

  • Effetti limitati dei fondi strutturali

Nel corso del 2025, si prevede che gli effetti sugli investimenti in opere pubbliche derivanti dai fondi strutturali della programmazione 2021-2027 saranno limitati, poiché tali fondi si trovano ancora in una fase preliminare. I dati al 31 ottobre 2024 indicano un livello di programmazione dei fondi del 14% e una spesa del 3%.

 

  • Normative edilizie complesse

Per raggiungere gli obiettivi europei di neutralità delle emissioni entro il 2050, è necessario rimettere al centro delle scelte di politica economica il tema della riqualificazione, prevedendo un rinnovato sistema di incentivi e nuove forme di finanziamento che rendano sostenibile per le famiglie la scelta di intervenire sugli edifici.


È fondamentale assicurare un numero rilevante di interventi sul patrimonio ogni anno e promuovere la rigenerazione urbana attraverso una revisione organica delle normative edilizie e urbanistiche.


  • Incertezza economica

L'incertezza economica generale potrebbe incidere negativamente sui livelli produttivi, soprattutto nel comparto non residenziale privato, che è particolarmente legato all'andamento del contesto economico.


Strategie per il rilancio del settore delle costruzioni

Per contrastare il rallentamento del mercato e incentivare la ripresa, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha avanzato alcune proposte concrete, basate su tre pilastri:


  • Semplificazioni urbanistiche, per velocizzare i permessi di costruzione e favorire il recupero degli immobili dismessi;

  • Nuove misure fiscali, per incentivare la costruzione e la gestione di immobili destinati alla locazione a canoni sostenibili;

  • Strumenti finanziari di garanzia, per attrarre investimenti privati in progetti di edilizia sociale e pubblica utilità.

 

La semplificazione delle normative urbanistiche e amministrative oggi in vigore è necessaria per ridurre i tempi per ottenere permessi e approvazioni, facilitare i cambi di destinazione d'uso, accelerare l'avvio dei lavori di costruzione o recupero degli immobili dismessi.

 

Un’altra misura fondamentale riguarda l’introduzione di un sistema incentivante rivolto a chi realizza e gestisce immobili per la locazione e la vendita a canoni sostenibili, con un occhio di riguardo verso l’edilizia sociale.


Gli incentivi fiscali possono assumere diverse forme, come la detassazione dei rendimenti degli investitori, un regime di favore per l’acquisto degli asset immobiliari, un regime di favore per il reddito da locazione nell’ipotesi in cui l’operazione sia effettuata direttamente da società e imprese immobiliari, e la neutralizzazione dell’IVA.

 

Semplificazioni e incentivi fiscali sono cruciali sia per attrarre investimenti e stimolare il settore, abbattendo i costi e gli ostacoli burocratici che spesso frenano la realizzazione di progetti a sostegno delle famiglie a basso reddito, sia per aumentare il rendimento degli investimenti.

 

Infine, l’implementazione di strumenti finanziari di garanzia potrebbe favorire un maggiore coinvolgimento di investitori privati, stimolando il mercato senza gravare eccessivamente sulla spesa pubblica.


Questo include lo sviluppo di strumenti finanziari che consentano, attraverso la minimizzazione dei rischi d’investimento, la canalizzazione del risparmio istituzionale e quello di prossimità della popolazione residente verso progetti di sviluppo immobiliare con funzioni di pubblica utilità in grado di migliorare la qualità della vita del territorio.

 

A tal proposito, è necessaria la creazione di forme specifiche di garanzia, sia per gli investitori retail, che per i soggetti realizzatori. Con riguardo agli investitori non professionali, ANCE suggerisce di sviluppare una garanzia sul capitale investito, in modo da sterilizzare eventuali perdite in conto capitale. Per i soggetti realizzatori, invece, si propone una garanzia finalizzata a rendere possibile l’accesso al credito bancario e ai finanziamenti erogati da fondi di credito e altri intermediari abilitati.

 

Il problema della carenza di manodopera nell'edilizia

Nel 2024 l’occupazione nel settore edile ha mostrato segnali di crescita, ma la difficoltà nel reperire manodopera qualificata rimane una sfida cruciale. Secondo i dati di Confartigianato, il 69,9% delle assunzioni previste nel comparto risulta di difficile reperimento. Inoltre, l’età media dei lavoratori continua a salire, con un ricambio generazionale insufficiente a garantire la continuità del settore.

 

carenza manodopera nelle costruzioni: età media dei lavoratori continua a salire

La crescente richiesta di competenze tecniche legate al Building Information Modeling (BIM) e all’edilizia sostenibile rende indispensabile un maggiore investimento nella formazione specializzata, per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Infatti, fino al 2019, le imprese di costruzioni hanno sperimentato una crisi molto forte, con una fuoriuscita dal settore di oltre 140mila realtà.

 

Le flessioni, inoltre, sono state particolarmente intense nelle imprese più strutturate, con una rilevante perdita per il settore anche in termini di know-how e maestranze acquisite e consolidate nel tempo

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Anche se l'occupazione nel settore delle costruzioni continua a registrare nel complesso variazioni positive, si notano segnali di rallentamento. I dati elaborati dalle Cnce su 113 casse edili/edilcasse evidenziano, nei primi 9 mesi del 2024, un aumento nel confronto con lo stesso periodo del 2023 per il numero di ore lavorate e per i lavoratori iscritti, sebbene con intensità diversa.

 


produttività nel settore delle costruzioni in Italia

Infatti, se per le ore lavorate l’incremento si attesta al +4,2%, per i lavoratori iscritti quest’ultimo sale al +5,5%2. Tuttavia, l'analisi mensile delle ore lavorate evidenzia dinamiche altalenanti già da marzo 2024, che registra una diminuzione del -7,2% rispetto allo stesso mese del 2023, seguita da un’ulteriore flessione del -0,9% di giugno. A partire dal mese di agosto, la dinamica diventa negativa con un calo del -6,9%, seguito dal -2,9% di settembre2.

 

Per i lavoratori si rileva invece un rallentamento nei tassi di crescita (+1,1% a settembre, contro il +8,2% di gennaio).

 

La digitalizzazione del settore delle costruzioni

La digitalizzazione può svolgere un ruolo cruciale per affrontare la crisi del settore delle costruzioni nel 2025, offrendo soluzioni innovative per incrementare l'efficienza, ridurre i costi e aumentare la marginalità.

 

Ecco alcuni modi in cui la digitalizzazione può contribuire:

 

• Building Information Modeling (BIM)

L'introduzione del BIM obbligatorio per gli appalti pubblici richiede competenze tecniche che possono diventare un punto di forza per le imprese edili che si strutturano per accedere agli appalti pubblici. Il BIM permette una gestione più efficiente delle informazioni relative all'intero ciclo di vita di un'opera, dalla progettazione alla costruzione e manutenzione. Questo si traduce in una migliore coordinazione tra le diverse figure professionali coinvolte, una riduzione degli errori e una maggiore accuratezza nella stima dei costi.

 

• Monitoraggio dei cantieri

L'utilizzo di sistemi di monitoraggio digitale dei cantieri consente di avere un quadro aggiornato sullo stato dei lavori e di individuare tempestivamente eventuali criticità.

 

• Gestione dei dati

L'analisi dei dati raccolti attraverso piattaforme digitali può fornire informazioni preziose per pianificare strategie di investimento, individuare opportunità di mercato oltre ad ottimizzare le risorse.


 

Migliorare la produttività come soluzione per il futuro dell'edilizia in Italia

L’edilizia italiana è a un bivio: senza interventi mirati, il 2025 potrebbe essere solo l’inizio di una crisi più profonda. Il settore delle costruzioni, che ha trainato la crescita economica italiana nel triennio 2021-2023, si avvia verso la fine di una fase espansiva.


Investire nella digitalizzazione del processo edilizio può aiutare il settore delle costruzioni a superare le sfide del 2025 e a tornare a essere un motore di crescita per l'economia italiana.


Lo stesso Cresme, (Centro Ricerche – Rapporto Congiunturale e Previsionale dell’edilizia) punta sulla produttività del settore edile. Il livello toccato dai costi di costruzione - in particolare rispetto ai prezzi di mercato del prodotto residenziale in molte parti del Paese -, la produttività delle costruzioni e la qualità della manodopera oggi impiegata, pongono altre importanti sfide in termini di innovazione, industrializzazione, digitalizzazione e riduzione del costo dell’errore.



 

fonti:

Qui puoi scaricare il report completo dell'Osservatorio dell'ANCE:


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